lunedì, maggio 20

My Kind Of Noise - " Solo Ciò Che Conta "



A cura di Sappilo

 “Solo ciò che conta” si apre come un risveglio in una giornata qualunque: una giornata che come ogni altra è resa possibile dalla presenza del sole. Forse sta piovendo o forse arriverà la nebbia. Non importa dietro alle nuvole lui c’è e si vola a salutarlo. “Start to fly” è la colonna sonora perfetta per una mattina in cui il sole te lo porti dentro perché dentro te lo vuoi portare, a prescindere dal sole stesso. In questo volo le chitarre acustiche soffiano la voce leggera e decisa oltre le nuvole per poi appoggiarla dolcemente su un piedistallo mentre si accomodano sull’erba grezza e incolta ancora bagnata dalla rugiada.

 “Solo ciò che conta” è dolcezza urlata fra i denti. Il volo leggiadro di un foglio di carta vetrata.Change” è una delle prime canzoni mai composte dai My Kind of Noise in cui ancora si sente la semplicità di un parco, dell’erba umida e di una chitarra: la voglia di cambiamento degli anni passati asciugata dai pensieri che ormai con sorridente nostalgia la ricordano. Si sentono il tempo trascorso dalla composizione dei primi pezzi che, in relazione a quelli di più recente composizione peccano un po’ di immaturità che il trio bergamasco ha saputo coltivare con saggezza e un pizzico di componente opposta, immancabile per un piacevole risultato musicale. Con i due pezzi in italiano la giornata di sole comincia a prendere coscienza. Si lasciano alle spalle i rimasugli di sogni del primo mattino, gli si dà l’arrivederci al risveglio seguente. Si aprono le finestre: le nuvole mettono in discussione la certezza del sole mattutino. Intervengono le domande, si risvegliano con un doveroso ritardo i problemi. “Chiara e Luca” e “Scorie” rivelano un utilizzo della lingua italiana per niente banale: nessuna rima casuale, assonanze, contrasti e abilità nell’affrontare temi difficili senza far cadere le palle. Traccia 6. Si fa sentire l’effetto del caffè con cui tutto è cominciato. Si chiama “Borderline” e riassume l’onnipresente senso di non appartenenza, tema centrale della prima parte del CD. La linea di confine segna un bel punto, marcato dalla batteria finale, altrettanto decisa. Si passa da “Perfect” con un ritmo quasi da bossa nova, “Regista della mia storia” che ne segue la scia positiva e “Cos’è più importante”, che sul calare del CD si veste da pezzo classico orecchiabile e apparentemente spensierato. 


My Kind Of Noise


 Solo ciò che conta” è un lavoro durato non mesi o anni ma durato esperienze. Si avvale di collaborazioni che vanno oltre al semplice bisogno di strumenti suonati nel CD. Fra le featuring amici insieme ai quali si è calcato il palco in situazioni più “core” e altre voci invece, appartenenti a una musica ben più abituata alla leggerezza. Gli estremi trovano un ottimo punto di incontro e il matrimonio si compie con “Falling from the Sky: day seven”, ottima cover acustica dei Norma Jean. Le collaborazioni contribuiscono all’efficiente risultato finale, ulteriormente impreziosito dalla qualità di chi da anni coltiva una passione che si rispecchia sulle dita vissute, segnate da lavoro e corde di chitarra. “Marinella” comincia come omaggio fischiettato della canzone del grande Faber prima di assumere le sembianze di pezzo movimentato, quasi rap. Le chitarre dicono la loro differenziando il tutto, dando alla canzone un tocco di tradizione mediterranea. Sulla scia prende forma “Rock n Rules” che prende le distanze dalle frivolezze di moda, si nutre di musica e ripercorre i grandi nomi del rock da Ozzy a Cobain: coi piedi piacevolmente schiacciati a terra li si immagina giganti mentre dallo stereo accompagnano lo stile di una vita. 


 “Qui si sta piuttosto comodi, nella realtà del sottosuolo della bassa bergamasca rodato da anni di rock dal quale prende forma un concerto acustico con profonde influenze di svariati generi e stili ma con una natura che puzza di grunge, punk e tutto ciò che in fondo ha un odore indelebile. “Solo ciò che conta” ha un odore. E’ un odore tutto suo. Lo chiamano rumore. Il rumore che ognuno dei tre definisce “My Kind of Noise





venerdì, maggio 10

Il rock adrenalinico dei Cato


A cura di B.B ( non sono Brigitte.. ).

Il viaggio della band CATO inizia nel 2009 quando il musicista Roberto Picinali da forma ad un nuovo progetto musicale.

Il disco Oceano Di Sogni in cui sonorità rock adrenaliniche si alternano a ritmi liquidi con impronte blues viene interamente scritto, suonato e prodotto da Roberto. Nel Novembre 2011 la collaborazione con la casa discografica indipendente Interludio permette alla band la creazione di un singolo che in poco tempo porta la conoscenza dei CATO al grande pubblico: Princess.

Il 2012 è un anno cruciale per i CATO, mai come ora sono richiesti nei locali e il loro nome si fa strada tra le band della bergamasca esibendosi anche in versione acustica. In otto mesi il power trio colleziona più di 25 live suonando tre date all’estero (Lugano, Coira e Zurigo), durante le quali è da annoverare l’importante collaborazione con l’artista Ivano Parolini, che nel tour estivo li accompagna con mostre delle sue opere e creando una fusione poetica tra musica e arte.

Cato Band

Abbiamo ascoltato i brani presenti su Soundcloud, dove troviamo anche le canzoni meno recenti che spaziano in più direzioni, dall'hard-rock, al blues. Sono pezzi non elaboratissimi ma mai banali, direi con una certa tendenza al live. Bella anche l'atmosferica “Televisione”, pezzo rock-blues sporco. I nuovi pezzi si aprono a nuove possibilità artistiche. “Silenziosamente continua da dove Televisione finisce. Un riff sporco alla chitarra ora non più stile rock-blues ma trasformato in una visione diciamo più emotiva e post-rock. “Princess invece è un pezzo cantato in inglese, dove più prorompente è il ritmo con il suo groove sensuale. Da rimproverare comunque il ritornello troppo classico e poco emozionante. Ci voleva più invenzione alla The Hives.

La direzione per i nuovi pezzi dunque sembra buona, fresca. Speriamo per un buon LP a breve!