A cura di
Sappilo
“Solo
ciò che conta” si apre come un risveglio
in una giornata qualunque: una giornata che come ogni altra è resa
possibile dalla presenza del sole. Forse sta piovendo o forse
arriverà la nebbia. Non importa dietro alle nuvole lui c’è e si
vola a salutarlo. “Start to fly”
è la colonna sonora perfetta per una mattina in cui il sole te lo
porti dentro perché dentro te lo vuoi portare, a prescindere dal
sole stesso. In questo volo le chitarre acustiche soffiano la voce
leggera e decisa oltre le nuvole per poi appoggiarla dolcemente su un
piedistallo mentre si accomodano sull’erba grezza e incolta ancora
bagnata dalla rugiada.
“Solo
ciò che conta” è dolcezza urlata fra i
denti. Il volo leggiadro di un foglio di carta vetrata.Change”
è una delle prime canzoni mai composte dai My
Kind of Noise in cui ancora si sente la
semplicità di un parco, dell’erba umida e di una chitarra: la
voglia di cambiamento degli anni passati asciugata dai pensieri che
ormai con sorridente nostalgia la ricordano. Si sentono il tempo
trascorso dalla composizione dei primi pezzi che, in relazione a
quelli di più recente composizione peccano un po’ di immaturità
che il trio bergamasco
ha saputo coltivare con saggezza e un pizzico di componente opposta,
immancabile per un piacevole risultato musicale. Con i due pezzi in
italiano la giornata di sole comincia a prendere coscienza. Si
lasciano alle spalle i rimasugli di sogni del primo mattino, gli si
dà l’arrivederci al risveglio seguente. Si aprono le finestre: le
nuvole mettono in discussione la certezza del sole mattutino.
Intervengono le domande, si risvegliano con un doveroso ritardo i
problemi. “Chiara e Luca”
e “Scorie”
rivelano un utilizzo della lingua italiana per niente banale: nessuna
rima casuale, assonanze, contrasti e abilità nell’affrontare temi
difficili senza far cadere le palle. Traccia 6. Si fa sentire
l’effetto del caffè con cui tutto è cominciato. Si chiama
“Borderline” e
riassume l’onnipresente senso di non appartenenza, tema centrale
della prima parte del CD. La linea di confine segna un bel punto,
marcato dalla batteria finale, altrettanto decisa. Si passa da
“Perfect” con un
ritmo quasi da bossa nova, “Regista della
mia storia” che ne segue la scia positiva
e “Cos’è più importante”,
che sul calare del CD si veste da pezzo classico orecchiabile e
apparentemente spensierato.
“Solo ciò che
conta” è un lavoro durato non mesi o anni ma durato
esperienze. Si avvale di collaborazioni che vanno oltre al semplice
bisogno di strumenti suonati nel CD. Fra le featuring amici insieme
ai quali si è calcato il palco in situazioni più “core”
e altre voci invece, appartenenti a una musica ben più abituata alla
leggerezza. Gli estremi trovano un ottimo punto di incontro e il
matrimonio si compie con “Falling from the Sky: day seven”,
ottima cover acustica dei Norma Jean. Le collaborazioni
contribuiscono all’efficiente risultato finale, ulteriormente
impreziosito dalla qualità di chi da anni coltiva una passione che
si rispecchia sulle dita vissute, segnate da lavoro e corde di
chitarra. “Marinella” comincia come omaggio fischiettato
della canzone del grande Faber prima di assumere le sembianze di
pezzo movimentato, quasi rap. Le chitarre dicono la loro
differenziando il tutto, dando alla canzone un tocco di tradizione
mediterranea. Sulla scia prende forma “Rock n Rules” che
prende le distanze dalle frivolezze di moda, si nutre di musica e
ripercorre i grandi nomi del rock da Ozzy a Cobain:
coi piedi piacevolmente schiacciati a terra li si immagina giganti
mentre dallo stereo accompagnano lo stile di una vita.
“Qui si
sta piuttosto comodi, nella realtà del sottosuolo della bassa
bergamasca rodato da anni di rock dal quale prende forma un concerto
acustico con profonde influenze di svariati generi e stili ma con una
natura che puzza di grunge,
punk e tutto ciò
che in fondo ha un odore indelebile. “Solo
ciò che conta” ha un odore. E’ un odore
tutto suo. Lo chiamano rumore. Il rumore che ognuno dei tre definisce
“My Kind of Noise”
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