Gambardellas |
Preceduto
da un bel video, dal vago sapore wachowskiano, per il
lancio del singolo
"Flash", esce l'album SLOPPY SOUNDS (BigWave
Records/Audioglobe) disco di esordio di GAMBARDELLAS. Sotto questo nome si cela l'eclettico musicista bergamasco
Mauro Gambardella,
che nel video vediamo suonare da solo e
contemporaneamente tutti gli strumenti. Mauro nasce come pianista ma
scopre ben presto che la sua vera passione è la batteria e con
questo strumento ha dimostrato di essere un musicista
duttile e di spessore, calcando la scena indie/rock italiana da
diversi anni. Innumerevoli, infatti, sono state le
collaborazioni sia in studio che live con numerosi gruppi
e artisti italiani fra cui TheeJonesBones, George Merk,
the R’s (con
cui ha partecipato al CMJ festival di New York) e Paletti,
interessante cantautore italiano con cui è attualmente in tournè.
Per la registrazione dell’album, Gambardellas si
è affidato alle sapienti mani e al mixer di Fabio Trentini -
produttore, tra gli altri, del gruppo
alternative metal tedesco dei Guano Apes a cui
ha aperto la strada verso il mercato americano. Il connubio ha dato i
suoi frutti. La musica esce potente, adrenalinica. Garage
rock, power pop, vintage rock, heavy metal chiamatela
come volete, il risultato è un vortice di
pulsazioni trascinante che ti impedisce di stare fermo e va dritto al
cuore. Gli arrangiamenti sono molto ben curati. “Flash” la
traccia relativa al singolo è accattivante, Mauro pesta duro,
ottimi il riff di chitarra e il ritornello
tormentone sparati ad alta velocità. Bella la voce e i coretti di
accompagnamento. Le tracce si susseguono senza sosta, dissotterrando
sonorità vintage ormai dimenticate da BB King agli Status
Quo, dai Gran Funk ai Cult (
“Freeway”, “Josh” e “Needs”) . L’inizio di “Tito”
ricorda un po’ troppo “Rock Lobster” dei B52’s ma
si riprende nel finale con alcuni spunti interessanti. “Shine”
è uno dei pezzi più belli del disco,
melanconia sparata a manetta, bella la voce, ottime chitarra e
sessione ritmica. Molto interessante anche “Smile” con
uno splendido finale. "Valley" infine è una delle perle del disco
con un incedere sincopato, ma con suono potente e voci
filtrate, sembra di sentire Ian Astbury accompagnato
dai Velvet Underground. Concludendo si tratta effettivamente di un
album “sloppy” ovvero con una miscela musicale non troppo
definita, ruvida, mischiata ma comunque coinvolgente, che oltre al
pregio di riportare alla luce sonorità ingiustamente dimenticate,
contiene al suo interno alcune perle che fanno ben sperare per il
futuro di Gambardellas e del rock alternativo italiano
by Ssolvio
Tutte le bands di Bergamo e dintorni che volessero veder pubblicate recensioni sul nostro blog possono scriverci ed inviare il materiale (audio,video,foto,bio e links vari) all'indirizzo antipop.project@gmail.com ed essere inseriti su Bergamo Meccanica!!
Nessun commento:
Posta un commento